Storia della vite

La storia della vite affonda le sue radici nella notte dei tempi. La sua invenzione si attribuisce, infatti, al matematico greco Archita, vissuto dal 428 al 347 a.C., considerato il padre della scienza dell'ingegneria. Nel I secolo a.C. viti di legno erano già in uso nel mondo mediterraneo, per esempio nei torchi per la produzione di olio e vino. Le viti metalliche comparvero per la prima volta in Europa nel XV secolo, ma non divennero di uso comune fino a quando non fu ideato un sistema per la loro produzione di massa nel XVIII secolo. L'ingegnere britannico Henry Maudslay brevettò un tornio per la fabbricazione di viti nel 1797. Un dispositivo simile fu realizzato l'anno successivo negli Stati Uniti da David Wilkinson. Durante la Seconda guerra mondiale la standardizzazione dei filetti ebbe un forte incremento per permettere alle nazioni alleate di scambiarsi componenti e pezzi di ricambio. A J.P. Thompson si deve invece l’invenzione della vite con testa a croce, brevetto che vendette a Henry Phillips, fondatore della Phillips Screw Company. Phillips ebbe notevoli difficoltà a trovare un’officina in grado di intagliare il nuovo tipo di testa, fino a quando contattò la giovane società American Screw Company che credette ed investì nell'idea, ottenendo un notevole successo. E sono proprio le sagome delle teste a distinguere le diverse tipologie di questi indispensabili elementi di fissaggio in grado di trasformare il moto circolare in moto rettilineo. Ecco qui di seguito alcune fra le più note con i relativi innesti per il giravite.

 

Sagome della testa di una vite: a) cilindrica; b) a bottone; c) tonda; d) mezza tonda; e) piana svasata); f) goccia sego.

 

 

Innesti per viti: a) a taglio; b) Phillips o a croce; c) Pozidriv (è simile a quello a croce ma non prevede la fuoriuscita dell'utensile; d) Torx; e) esagonale o a brugola; f) Robertson; g) Tri-Wing;

h) Torq-Set; i) Spanner; j) Double hex; k) One-way screw; l) Polydrive o Ribe CV; m) Triple square o XZN; n) Bristol.